Eccoci a smitizzare il secondo luogo comune: “la startup é roba da giovani”.
Gli startupper non sono necessariamente giovani. Non facciamoci sviare dai luoghi comuni soprattutto cinematografici o dalla “iconografia startuppara” statunitense.. Non sono solo i ‘nerd’ a fare startup e lo sviluppo di app e soluzioni digitali non è solo appannaggio di “nerd”. Molte persone che hanno percorso una buona parte della loro carriera professionale alle dipendenze di un’azienda (o che magari stanno seriamente meditando di lasciarla per “mettersi in proprio”) o una organizzazione, pensano o stanno effettivamente pensando di “svoltare in meglio”, operando sia nello stesso mercato o cambiando completamente settore. Possono rimettersi in gioco per riacquistare soddisfazione nel lavoro o per fare finalmente qualcosa che dia senso alla vita e di cui si sente sempre più l’esigenza man mano che si raggiunge la maturità. La startup non è quindi roba per giovani in senso anagrafico, ma per ‘giovanili”. Cosa significa? Vuol dire avere alcune caratteristiche peculiari della gioventù: energia, anche sfrontatezza, apertura mentale, intraprendenza, un po’di idealismo, disprezzo delle regole aride, obsolete e senza senso. È difficile mantenere questa energia a 50 anni e oltre? Ci sono persone che la hanno anche a 70 ed altri che non l’hanno neanche a 20!
Forza Piano B!