In nuovo credito d’imposta ricerca e sviluppo

La legge di Bilancio 2019 ha apportato nuove modifiche alla disciplina del credito d’imposta ricerca e sviluppo. Le novità riguardano, in particolare, la misura dell’agevolazione, che ritorna alla doppia aliquota del 25% e del 50%, e le modalità di calcolo del beneficio spettante. Viene, inoltre, ampliato il novero delle spese ammissibili e dimezzato, da 20 a 10 milioni di euro, l’importo massimo del bonus che potrà essere fruito da ciascuna impresa. Riscritte, con effetto già dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2018, le disposizioni relative agli adempimenti documentali per la spettanza e l’utilizzabilità del credito d’imposta.

Decorrenza modifiche

Per quanto riguarda la decorrenza delle nuove disposizioni, per le modifiche di ordine sostanziale – riguardanti, cioè, le spese ammissibili, l’aliquota agevolativa, le modalità di calcolo e l’importo massimo del credito di imposta – l’entrata in vigore è prevista a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018 (2019 per i soggetti con periodo di imposta coincidente con l’anno solare).
Le modifiche concernenti gli aspetti formali e documentali, invece, hanno effetto già a partire dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2018.

Novità per le spese del personale

Una prima novità che scatterà dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018 riguarderà le spese per il personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.
In particolare, in base alla nuova disciplina, tale voce di spesa si dividerà in due tipologie:
– spese per il personale dipendente titolare di un rapporto di lavoro subordinato, anche a tempo determinato, direttamente impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo (ricordando che non esiste più la distinzione tra altamente qualificato e non);
– spese per il personale titolare di rapporto di lavoro autonomo o comunque diverso dal lavoro subordinato (lavoratori autonomi, collaboratori, ecc.), direttamente impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.

Novità per le spese della ricerca extra-muros

La legge di Bilancio 2019 ritocca anche la categoria delle spese relative alla ricerca commissionata (ricerca extra-muros).
Per effetto delle modifiche previste, a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso  al 31 dicembre 2018, i costi rilevanti ai fini del credito di imposta saranno quelli riconducili a:
– contratti stipulati con universitàenti di ricerca e organismi equiparati per il diretto svolgimento delle attività di attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta;
– contratti stipulati con imprese residenti rientranti nella definizione di start-up innovativee di PMIinnovative, per il diretto svolgimento delle attività di attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta, a condizione, in entrambi i casi, che non appartengano al medesimo gruppo dell’impresa committente.
Si considerano appartenenti al medesimo gruppo, le imprese controllate, controllanti e controllate da un medesimo soggetto ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, inclusi i soggetti diversi dalle società di capitali; per le persone fisiche si tiene conto anche di partecipazioni, titoli o diritti posseduti dai familiari dell’imprenditore, individuati a fini fiscali (articolo 5, comma 5, del TUIR);
– contratti stipulati con imprese diverse da quelle indicate ai punti precedenti per il diretto svolgimento delle attività di attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta, sempre che non appartengano al medesimo gruppo dell’impresa committente (anche in tale caso rileva la nozione civilistica di controllo di cui all’articolo 2359 del codice civile, per le persone fisiche, la definizione fiscale).
Come precisato nella relazione illustrativa, anche con il nuovo assetto, resta ferma la regola della riqualificazione in ricerca intra-muros dei contratti di ricerca infra-gruppo, stipulati cioè con altre imprese dello stesso gruppo.

Nuova tipologia di spesa

Altra novità relativa alle spese ammissibili concerne l’inclusione tra le spese agevolabili dei costi sostenuti per l’acquisto di materialiforniture e altri prodotti analoghi direttamente impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota relativi alle fasi della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale.
Come indicato nella relazione illustrativa, stante il principio di omogeneità dei dati da porre a raffronto, tenuto conto di tale nuova voce di spesa, a partire dal periodo d’imposta 2019, la media storica di raffronto dovrà essere conseguentemente ricalcolata aggiungendo i costi della specie sostenuti nel triennio 2012-2014.

Nuove aliquote

La legge interviene anche sulla misura del credito d’imposta, reintroducendo, dal 2019, la differenziazione dell’intensità del beneficio a seconda della tipologia di spese ammissibili.
In particolare, la percentuale del 50%, attualmente applicabile su tutta l’eccedenza agevolabile (eccedenza delle spese ammissibili rispetto alla media del triennio 2012-2014), viene mantenuta:
per le sole spese del personale  titolare di un rapporto di lavoro subordinato, anche a tempo determinato, direttamente impiegato in tali attività di ricerca (nel caso di attività di ricerca e sviluppo intra-muros, svolte internamente all’impresa);
per i soli contratti stipulati con Università, enti e organismi di ricerca nonché con start-up e PMI innovative indipendenti (nel caso di attività di ricerca e sviluppo extra-muros, ossia commissionate a terzi).
Si applicherà invece l’aliquota ridotta del 25% per tutte le altre tipologie di spese ammissibili, e cioè:
spese per il personale titolare di rapporto di lavoro autonomo o comunque diverso dal lavoro subordinato (lavoratori autonomi, collaboratori, ecc.), direttamente impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo.
spese per ricerca affidata ad imprese  non rientranti nella definizione di start-up e PMI innovative, nonché diverse da Università, enti e organismi equiparati;
costi sostenuti per l’acquisto di materiali,  forniture e altri prodotti analoghi direttamente impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota relativi alle fasi della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale.
Rientreranno sempre nell’aliquota del 25% le altre categorie di spese previste dalla disciplina, non modificate dalla legge di Bilancio 2019, quali:
– quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio, nei limiti dell’importo risultante dall’applicazione dei coefficienti stabiliti con DM 31 dicembre 1988, in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per l’attività di ricerca e sviluppo e comunque con un costo unitario non inferiore a 2.000 euro al netto dell’imposta sul valore aggiunto;
– competenze tecniche e privative industriali relative a un’invenzione industriale o biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, anche acquisite da fonti esterne. Con riferimento a tale voce di spesa, si dovrà tener conto anche della modifica apportata dal decreto Dignità che ha escluso dal credito d’imposta le spese per competenze tecniche e privative industriali se l’acquisto, anche in licenza d’uso, dei beni immateriali, deriva da operazioni intervenute tra imprese appartenenti al medesimo gruppo.
Tale esclusione si applica a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 14 luglio 2018 (1° gennaio 2018 per le imprese con periodo di imposta coincidente con l’anno solare) e vale anche per il calcolo dei costi ammissibili per la determinazione della media triennale di raffronto.

Nuova modalità di calcolo

Una delle principali novità introdotte con la nuova disciplina è sicuramente che quella che riguarda la modalità di calcolo del beneficio spettante, diretta conseguenza della reintroduzione della doppia aliquota agevolativa.
In particolare, a partire dal 2019, il credito d’imposta si applicherà nella misura del 50% sulla parte dell’eccedenza di spese in ricerca e sviluppo rispetto alla media del triennio 2012-2014, proporzionalmente riferibile alle spese per il personale titolare di un rapporto di lavoro subordinato direttamente impiegato in tali attività di ricerca e per i contratti stipulati con Università, enti e organismi di ricerca nonché con start-up e PMI innovative indipendenti, rispetto alle spese ammissibili complessivamente sostenute nello stesso periodo d’imposta agevolabile; per la parte residua, si applicherà l’aliquota del 25%.
Il nuovo criterio non interferisce con la formazione del parametro storico (media del triennio 2012-2014), nel senso che non si dovrà procedere alla sua distinzione in ragione delle diverse aliquote applicabili sulle categorie di spese ammissibili.
In particolare, il nuovo criterio opera direttamente sull’eccedenza agevolabile (differenza tra l’ammontare complessivo delle spese ammissibili sostenute nel periodo agevolato e media del triennio 2012-2014), individuando la quota di essa su cui applicare l’aliquota del 50% e la restante quota su cui applicare l’aliquota del 25% in ragione della diversa incidenza delle varie tipologie di spese sulle spese complessive sostenute nel periodo agevolabile.

Adempimenti formali

Con la nuova disciplina, inoltre, vengono meglio definiti gli adempimenti formali che le imprese devono rispettare per l’applicazione del credito d’imposta, anche al fine di garantire la stessa impresa in sede di successivi controlli della corretta applicazione del beneficio.
Sembra il caso di ripetere che le nuove previsioni sono applicabili già a partire dal credito d’imposta maturato in relazione  al periodo d’imposta 2018.
In particolare, le nuove disposizioni estendono l’obbligo della certificazione delle spese rilevanti ai fini del calcolo del beneficio (sia del periodo agevolato e sia dei periodi di media), attualmente previsto per le sole imprese non soggette per legge al controllo legale dei conti, a tutti i soggetti beneficiari.
Viene infatti disposto che ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e  la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato dalla revisione legale dei conti.
Per le imprese  non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, la certificazione dovrà essere rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione legale dei conti (iscritti nella sezione A del registro dei revisori legali, di cui all’articolo 8 del D.Lgs. n. 39/2010) e le spese sostenute per adempiere a tale obbligo di certificazione della documentazione contabile saranno riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore al minore tra quello effettivamente sostenuto e 5.000 euro, fermo restando, comunque, il limite massimo di 10 milioni di euro di importo concedibile per ciascuna impresa su base annuale.
Il disegno di legge subordina la fruizione del credito d’imposta all’avvenuta certificazione delle spese. In particolare, viene previsto che l’utilizzo in compensazione del credito maturato in un determinato periodo agevolabile non potrà iniziare (a decorrere dal successivo) se non a partire dalla data in cui viene adempiuto l’obbligo di certificazione.
Viene infine introdotto l’obbligo da parte dell’impresa di predisporre una relazione tecnica illustrativa del progetto o dei progetti di ricerca e sviluppo intrapresi, del loro avanzamento e di tutte le altre informazioni rilevanti per l’individuazione dei lavori ammissibili al credito d’imposta. Tale relazione, in caso di attività svolte direttamente dall’impresa, è a cura deve essere del responsabile aziendale delle attività di ricerca e sviluppo o del responsabile del singolo progetto o sottoprogetto e deve essere controfirmata dal rappresentante legale dell’impresa ai sensi del testo unico delle disposizioni legislative regolamentari in materia di documentazione amministrativa di cui al D.P.R. n. 445/2000. Nel caso di ricerca commissionata, la redazione della relazione tecnica sarà a cura del soggetto commissionario.

Trattamento fiscale e cumulabilità con altre agevolazioni

Il credito  non concorre alla formazione del reddito imponibile (IRPEF/IRES/IRAP).Il credito è cumulabile con altre misure agevolative (come per esempio l’iperammortamento), salvo che le norme disciplinati le altre misure non dispongano diversamente, in ogni caso l’importo risultante dal cumulo non potrà essere superiore ai costi sostenuti.

Indicazione in dichiarazione dei redditi e modalità di fruizione

Si ricorda che la norma istitutiva del credito di imposta per ricerca e sviluppo (art. 1 comma 35 della legge n° 190 del 23 dicembre 2014 e successive modificazioni normative previste dalla legge n° 232 dell’11 dicembre 2016) prevede la necessità di sottoscrizione di documentazione contabile certificata da parte del Presidente del Collegio Sindacale o  Revisore dei conti o Professionista iscritto nell’Albo dei Revisori legali, di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, da allegare al bilancio.

Una volta determinati e certificati i costi agevolabili ed il credito di imposta generato, occorre  riportare il credito stesso nel quadro RU del modello UNICO relativo al periodo di imposta in cui sono stati realizzati gli investimenti agevolati, indicando, al rigo RU1 il codice credito “B9”.

Il credito è fruibile in forma “automatica”, ossia senza alcuna richiesta di concessione o autorizzazione amministrativa.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione  ai sensi dell’articolo 17 del Decreto legislativo n. 2419 luglio 1997.

L’utilizzo è consentito a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono state sostenutele spese agevolabili e solo dal giorno successivo alla data di ultimazione della suddetta certificazione.

Il credito è utilizzabile esclusivamente per le compensazioni orizzontali con altri tributi (Irpef, Ires, Irap, Iva, ecc.). Per la compensazione del credito tramite modello F24 è utilizzabile il codice tributo “6857” (RM n. 97/E del 25 novembre 2015).

Documentazione da produrre e conservare

Ai fini della determinazione e della fruizione del credito di imposta per ricerca e sviluppo, occorre  redigere, verificare e conservare i seguenti documenti:

  • progetto di ricerca contenente la descrizione relativa alle attività intraprese dall’impresa beneficiaria;
    con riferimento ai costi del personale (sia dipendente che in rapporto di collaborazione): fogli presenze nominativi con indicazione giornaliera delle ore impiegate in R&S e debitamente firmati dal legale rappresentante ovvero dal responsabile dell’attività di ricerca;
  • in relazione agli strumenti e alle attrezzature di laboratorio: dichiarazione del legale rappresentante (o del responsabile alla ricerca) indicanti misura e periodo di impiego per attività di R&S;
  • per i contratti di ricerca, oltre ai contratti stessi, occorre redigere una relazione, debitamente firmata, con indicazione delle attività svolte per R&S nel periodo di imposta. In assenza del contratto scritto di cui al punto a., può ritenersi sufficiente una fattura “parlante”, accompagnata dalla relazione firmata di cui al presente punto. Sul punto si adotta l’interpretazione sostanziale e non meramente formale del concetto di “contratto di ricerca”, nel cui ambito rientrano i contratti stipulati con università, enti di ricerca, organismi equiparati o altre imprese (comprese start up innovative e i professionisti), di cui all’articolo 3, comma 6, lettera c), come ripreso dall’articolo 4, comma 1, lettera c) del decreto attuativo;
  • prospetto recante l’elencazione analitica degli investimenti realizzati nei periodi di imposta precedenti e utilizzati per la base di calcolo della quota incrementale che determina l’ammontare del credito di imposta;
  • documentazione che attesti gli investimenti realizzati di cui al punto precedente;
  • nell’ipotesi in cui il committente della ricerca e sviluppo sia un soggetto non residente il soggetto commissionario, beneficiario del credito di imposta, dovrà predisporre e conservare una relazione descrittiva delle attività svolte corredata da un prospetto di raccordo tra le spese, rilevanti ai fini della determinazione del credito di imposta, la loro imputazione contabile nonché la relativa ripartizione per singolo centro di costo.

Controlli

L’Agenzia delle Entrate  potrà effettuare controlli sulla base della dell’apposita documentazione contabile predisposta. I controlli sono finalizzati a verificare la sussistenza delle condizioni di accesso al beneficio e la conformità delle attività e dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti.

Nel caso venga accertata l’indebita fruizione, anche parziale, del credito di imposta, per il mancato rispetto delle condizioni richieste o per la inammissibilità dei costi considerati, l’Agenzia delle Entrate provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni.

Non lasciare che le tue domande rimangano senza risposta. Prenotando una call, avrai l’opportunità di discutere direttamente con noi e trovare insieme le soluzioni più adatte alle tue esigenze. Che si tratti di approfondire gli argomenti trattati o di esplorare nuove opportunità, siamo qui per aiutarti. La conoscenza è potere, ma la conversazione è la chiave!

Ti è piaciuto questo articolo?

Condividilo sui social

Vuoi ricevere le nostre analisi via mail tutte le settimane?

Compila il form e iscriviti al caffè del mercoledì

Perché una premoney certificata vale di più? Perchè è un report analitico e accurato redatto sulla base di metodologie avanzate da un consulente esterno e con requisiti professionali riconosciuti per Legge

Work For Equity? Non ti affidare a chiunque. Scegli chi ha già realizzato decine di piani e centinaia di contratti a "prova di Agenzia delle Entrate"

Indispensabile! Il business plan che richiede l'Agenzia delle Entrate per riconoscere le detrazioni

Costituisci una startup innovativa o trasforma la tua azienda in PMI innovativa ​​

New! Nuovo e-book aggiornato sulle detrazioni per investimenti

Top! ABC Startup. I Webinar dell'edizione 2024

Articoli correlati

Aprire e creare una startup

Aprire e creare una startup. Guida avanzata e consigli pratici: le clausole evolute in statuto

Abbiamo ritenuto indispensabile questo speciale dedicandolo a tutti coloro che prima di essere “startupper” sono imprenditori, con una visione chiara e corretta di cosa significhi “fare impresa”, a cominciare dal porre le basi giuste con la redazione di un atto costitutivo ed uno statuto che siano evoluti, adeguati e realmente adatti ad una impresa innovativa. Insomma non un mero adempimento, “un fastidio” da liquidare a pochi euro. Oggi con il quarto contributo di Nicola Tracanella analizziamo alcune delle clausole che un vero Statuto Evoluto di una Startup dovrebbe prevedere in fase di aumento di capitale destinato a terzi

Aprire e creare una startup

Aprire e creare una startup. Guida avanzata e consigli pratici: l’iscrizione contestuale alla sezione speciale

Abbiamo ritenuto indispensabile questo speciale dedicandolo a tutti coloro che prima di essere “startupper” sono imprenditori, con una visione chiara e corretta di cosa significhi “fare impresa”, a cominciare dal porre le basi giuste con la redazione di un atto costitutivo ed uno statuto che siano evoluti, adeguati e realmente adatti ad una impresa innovativa. Insomma non un mero adempimento, “un fastidio” da liquidare a pochi euro. Oggi con il terzo contributo di Ezio Este analizziamo le modalità per ottenere l’iscrizione contestuale alla sezione speciale del Registro Imprese ed i vantaggi che ne derivano

Iscriviti al caffè del mercoledì

Compila il form e iscriviti al caffè del mercoledì

  • Hidden

Prenota il video meeting

  • Hidden