Il decreto Cura Italia. Un focus su alcune misure

Una dovuta premessa. Le misure messe in campo dal Governo con il “Decreto Cura Italia” sono un buon tentativo di arginare i (probabili) pesanti impatti della perdita di PIL conseguente all’emergenza sanitaria che stiamo affrontando. Resta però una manovra scarsa rispetto alle necessità, occorrerebbe uno stanziamento almeno quadruplo rispetto agli esigui 25 Mld€. Un intervento di liquidità pura e non di effetti di sistema indotti. Tuttavia prendiamo atto delle dichiarazioni che annuncerebbero ulteriori misure per i prossimi mesi,  sperando che vadano nella direzione auspicata e con un unico obiettivo: liberare liquidità per famiglie, imprese, artigiani, commercianti e professionisti  in tutti i modi possibili, “WHATEVER IT TAKES”,  anche con interventi pesanti su imposizione fiscale, contributiva e su cartelle e pagamenti in essere, anche e rischio di apparire iniqui,  ma non dimenticando la superficialità con la quale è stata affrontata la crisi del 2008-2009 che ha portato alla morte di aziende ma anche di molte persone messe allo stremo da un fisco non amico e da banche “diciamo”, poco compliant. Per ora accontentiamoci e vediamo le principali misure messe in campo con particolare riguardo al Fondo Nazionale di Garanzia.

Per chi non lo conosce

Con il  Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l’Unione europea e lo Stato Italiano affiancano le imprese e i professionisti che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario  perché non dispongono di sufficienti garanzie. La garanzia pubblica, in pratica, sostituisce le costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento.

La garanzia del Fondo è una agevolazione del Ministero dello sviluppo economico, finanziata anche con risorse europee, che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore di imprese e professionisti. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e cliente. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Ma sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.

Possono essere garantite le imprese di micro, piccole o medie dimensioni (PMI) iscritte al Registro delle Imprese e i professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti ad associazioni professionali iscritte all’apposito elenco del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’impresa e il professionista devono essere valutati in grado di rimborsare il finanziamento garantito. Devono perciò essere considerati economicamente e finanziariamente sani sulla base di appositi modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi. Le start up sono invece valutate sulla base di piani previsionali.

Le misure messe (per ora) in campo dal Decreto Cura Italia

Le modifiche riguardano nel dettaglio:

– la gratuità della garanzia del fondo, con la sospensione dell’obbligo di versamento delle previste commissioni per l’accesso al fondo stesso (misura attualmente unicamente prevista per alcune categorie di imprese tra cui le startup innovative);
– l’ammissibilità alla garanzia di operazioni di rinegoziazione del debito, per consentire di venire incontro a prevedibili, immediate esigenze di liquidità di imprese ritenute affidabili dal sistema bancario;
– l’allungamento automatico della garanzia nell’ipotesi di moratoria o sospensione del finanziamento correlata all’emergenza coronavirus;
– la previsione, per le operazioni di importo fino a 100.000 euro, di procedure di valutazione per l’accesso al fondo ristrette ai soli profili economico-finanziari al fine di ammettere alla garanzia anche imprese che registrano tensioni col sistema finanziario in ragione della crisi connessa all’epidemia;
– eliminazione della commissione di mancato perfezionamento per tutte le operazioni non perfezionate;
– la possibilità di cumulare la garanzia del fondo con altre forme di garanzia acquisite per operazioni di importo e durata rilevanti nel settore turistico alberghiero e delle attività immobiliari;
– la possibilità di istituire sezioni speciali del fondo per sostenere l’accesso al credito di determinati settori economici o filiere di imprese, su iniziativa delle Amministrazioni di settore anche unitamente alle associazioni ed enti di riferimento
– estensione del limite per la concessione della garanzia da 2,5 milioni a 5 milioni di finanziamento;
– estensione dell’impiego delle risorse del Fondo;
– rafforzamento dei Confidi per le microimprese, attraverso misure di semplificazione;
– estensione ai lavoratori autonomi e semplificazione dell’utilizzo del fondo per mutui prima casa;
– misure per l’incremento dell’indennità dei collaboratori sportivi;
– la costituzione presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di un Fondo per la promozione integrata, finalizzato a sostenere l’internazionalizzazione del sistema Paese;

A monte ricordiamo la sospensione dei piani di ammortamento in essere ed il probabile prossimo innalzamento del  microcredito  e € 50.000 (dagli attuali 25.000).

 

 

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