Detrazioni startup. Attenti al de minimis.

Detrazioni startup

Detrazioni Startup. Nel caffè del 24 maggio abbiamo affrontato l’argomento del trade off tra detrazione del 30% e 50% in tema di versamenti del capitale iniziale o successivo aumento di capitale, simulando un caso possibile e valutandone i benefici acquisibili per gli investitori (soci iniziali e subentranti).

Ma è sempre così? E’ sempre conveniente il 30% rispetto al 50%?

La risposta non è semplice come potrebbe sembrare a prima vista. 

Ricordiamo infatti che la detrazione 50% è limitata ad un investimento di 100.000 euro, ed è alternativa rispetto a quella del 30%.

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Detrazioni Startup.  Il caso

Anche in questo caso, un esempio chiarità meglio il problema. 

Immaginiamo che una startupcostituita con un capitale sociale di 10.000 euro, decida di aumentarlo a 20.000 euro, e che l’aumento venga sottoscritto da 2 soci;

  • il socio A, che sottoscrive 5.000 euro, è già socio
  • il socio B è un nuovo socio che viene pertanto chiamato a versare un sovrapprezzo; versa quindi 5.000 euro in equity ed un sovrapprezzo di 195.000.

Quali alternative ha il socio B? 

Se opta per la detrazione del 30%, gli spetta una detrazione di 60.000 euro (30% di 200.000). 

Se invece sceglie la detrazione del 50%, il beneficio fiscale è limitato a 50.000 euro. 

Questo perché la detrazione “si ferma” a 100.000 euro per , e per la parte eccedente non è possibile usufruire nemmeno della detrazione 30% a causa dell’alternatività tra le due.

Infatti occorre sempre ricordare e rimarca due aspetti fondamentali riguardo al beneficio della detrazione al 50%:

1. è fruibile fino ad un importo massimo di euro 100.000 (corrispondente ad un investimento di euro 200.000);

2. è sempre alternativa alla scelta della detrazione al 30%. Quindi se non c’è abbastanza capienza non si può (per la parte eccedente) fruire dell’altra aliquota di detrazione (quella ordinaria).

Detrazioni startup. Il limite del plafond

Ma c’è una ulteriore considerazione che qualche volta ci spinge a suggerire di non usufruire della detrazione maggiorata.

La detrazione del 50% ha infatti un plafond limitato a 200.000 euro per ciascuna startup, nell’arco di un triennio.

Si tratta del plafond massimo del de minimis.

Pertanto, qualora i soci dovessero aumentare il capitale usufruendo della detrazione maggiorata, e così facendo utilizzassero l’intero plafond, resterebbe preclusa la possibilità di utilizzare la detrazione come leva per attrarre nuovi investitori. Soprattutto in startup che prevedono di ricorrere ad investitori esterni, anche istituzionali, può essere opportuno tenere la detrazione maggiorata per attrarre gli investimenti previsti.

Occorre inoltre porre attenzione ad un ulteriore problema; gli aiuti di stato possono essere erogati (e pertanto le imprese ne possono usufruire) unicamente nel limite del c.d. de minimis, vale a dire entro i limiti previsti dalla Comunità Europea allo scopo di evitare che gli Stati membri possano creare effetti distorsivi della concorrenza erogando aiuti eccessivi alle imprese.

L’agevolazione del 50% concorre, al contrario di quella del 30%, al plafond de minimis; occorre pertanto aver ben chiaro l’ammontare degli aiuti di cui si sia già usufruito, per non “promettere” ai nuovi investitori detrazioni di cui non potranno godere.

E ancora. 

Sappiamo bene che, grazie anche ad una normativa nazionale ad hoc e a l’esistenza di numerose iniziative locali (Regioni, Comuni, CCIAA, ..) le startup possono accedere a bandi e agevolazioni per lo sviluppo dell’attività. Tali agevolazioni, qualora fruite, concorrono tutte ad erodere il plafond deminimis e lo stesso vale (quasi sempre) anche per l’importo della garanzia concessa (in proporzione minima) per il mutui garantiti dallo Stato (Fondo Nazionale di Garanzia).

Si delinea quindi uno scenario all’interno del quale la detrazione al 50% va “promessa” e utilizzata con molta cautela. Va gestita come una leva finanziaria strategica. 

Attrarre investitori? Utilizzarla per i soci fondatori? Non utilizzarla per non occupare il plafond?

Sarebbe utile e opportuno tenere traccia (basta anche un semplice Excel) degli aiuti ricevuti e del plafond utilizzato nel famoso “triennio” in modo da verificare in tempo reale come muoversi.

Detrazioni Startup. Il quadro complesso degli Aiuti di Stato

Con i recenti interventi collegati alla pandemia COVID, la UE ha aumentato il de minimis fino ad euro 1,8 milioni per la sezione 3.1 del Temporary Framework ed a euro 10 milioni per la sezione 3.12, allo scopo di consentire agli Stati di erogare aiuti “a pioggia” alle imprese; si va dal fondo perduto, ai crediti di imposta (ad esempio per i canoni di locazione, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale o per la sanificazione ecc…), alla possibilità di non versare l’IRAP, ai mutui con il fondo di garanzia ecc…, oltre ovviamente alle numerosissime iniziative fiorite a livello locale.

Un quadro molto complesso, in cui peraltro non è sempre agevole capire in quale sezione si collochino i singoli aiuti.

Come fare dunque a sapere di quanti aiuti si è già goduto?

La risposta purtroppo non può che essere interlocutoria; il “posto” corretto dovrebbe essere l’apposito portale del MISE, ma proprio la proliferazione normativa sottolineata sopra impedisce allo stesso Ministero di conoscere l’ammontare di aiuti ricevuti da ciascuna impresa. 

Tanto è vero che è stato predisposto l’ennesimo adempimento a carico delle imprese, che entro il 30 giugno dovranno inviare all’agenzia entrate una autocertificazione con l’elenco di tutte le agevolazione ricevute.

A quel punto, il sito del MISE sarà completo; ma fino a quando?

 La recente guerra in Ucraina ha indotto la UE ad allargare ulteriormente le maglie del de minimis, quindi è lecito attendersi che il portale degli aiuti di stato risulti nuovamente incompleto.

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