Di cosa si parla
Business Model Plan. Torniamo a parlare del nostro metodo registrato, Business Model Plan, e del fatto che è il metodo CreazioneImpresa per la corretta elaborazione del business plan per una startup, collegato all’unico vero concetto di business plan: quello che sviluppa le assunzioni nella parte qualitativa o narrativa necessarie al corretto sviluppo della sezione numerica (o PEF o Allegato Tecnico). A poche settimane dalla pubblicazione del software SaaS in prima versione test e a pochi giorni dalla pubblicazione de percorso Academy oggi pubblichiamo un estratto del e-book parlando di Indici.
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Business Model Plan. Quali indici?
Generalmente quando si parla di Indici, riferiti ad un business plan o ad un bilancio la consuetudine ci porta a considerare prioritariamente i classici indici di redditività (ROI, ROS, ROE, MOL) o patrimoniali (Margini di struttura). Nell’ambito di un business plan e nella specificità della sua “funzione principale“, quella di essere rivolta a stakeholder finanziari abbiamo pensato, in adesione alla richiamata logica funzionale, che fosse necessario dare un taglio pratico, anche nella scelta degli indici escludendo tutti quelli strettamente riferibili all’analisi di bilancio per concentrarci su tre indici specifici e indirizzati a banche e investitori, ovvero
- Il rapporto PFN/Ebitda
- Il rapporto PFN/PN
- Il DSCR
Vediamoli in breve, rimandando ad una lettura più approfondita del ebook.
Business Model Plan. Il rapporto PFN/Ebitda
Il rapporto esprime il numero di anni in cui un’impresa, se usasse esclusivamente il MOL, sarebbe in grado di estinguere in finanziamenti in essere.
Ma perché il rapporto PFN/EBITDA è così importante?
Questo specifico rapporto è utilizzato da tempo dagli analisti finanziari, in particolare dalle banche, per analizzare la capacità restitutiva di un’impresa. Negli ultimi anni ha assunto sempre più importanza soprattutto per le startup.
Il Rapporto PFN/EBITDA è sempre un segnale attendibile?
La risposta è: “abbastanza e non totalmente”.
Per il semplice motivo che le voci che compongono numeratore e denominatore non sono fissate da regole univoche.
I 2 aggregati sono determinati dalle regole che l’analista si è dato nella riclassificazione delle voci di Conto Economico e Stato Patrimoniale.
L’analista, quindi, può (e deve) decidere dove inserire alcune voci.
Un esempio sono gli “altri ricavi”. Se portati sopra il MOL (EBITDA) riducono il rapporto; se portati nella sezione non caratteristica (PROFIT) lo alzano.
Serve quindi una lettura critica per comprendere se si tratta di componenti straordinarie o ordinarie.
Ma vi sono poi altre variabili legate per esempio ai leasing, che non sono inseriti nella posta “debiti finanziari”, o “altri debiti finanziari” che potrebbero essere “nascosti” nella più generica voce “altri debiti”.
Business Model Plan. Il rapporto PFN/PN
Esso mette in rapporto la PFN (della quale abbiamo già parlato) ed il Patrimonio Netto che ritroviamo nell’output dello Stato Patrimoniale quale somma algebrica di Capitale e Riserve +/- Utili o perdite.
È un indice di solidità della struttura patrimoniale esprimendo l’eccedenza di indebitamento netto rispetto ai mezzi propri: al crescere dell’indicatore peggiora la solidità aziendale.
Anche in questo caso si potrebbe discutere rispetto all’attendibilità connessa alla soggettività di inserimento nel computo dei “Mezzi Propri” anche di voci non propriamente afferenti ad essi, come il caso dei prestiti soci.
Questi di fatto rappresentano un debito (e quindi rientrano sicuramente nel computo della PFN) ma non rientrano nel computo del PN. Nella realtà (soprattutto bancaria) e nella istruttoria di concessione di un mutuo, il prestito soci si fa rientrare nel conteggio dei “Mezzi Propri” tanto più se rafforzato da una condizione di postergazione.
Business Model Plan. DSCR
Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) nel contesto “startup” è l’indice utilizzato da banche, e investitori per individuare in via preventiva situazioni critiche, relative alla capacità di rimborso del debito.
È un indice che misura la sostenibilità finanziaria del debito aziendale, cioè la capacità futura (nei prossimi 6 mesi) di un’impresa di onorare i propri debiti finanziari con i flussi di cassa generati dalla gestione operativa.
Esso ha al numeratore il “cash flow operativo” e al denominatore il “cash flow al servizio del debito”. È un indice importante, perché ci fa capire se un’azienda produce, dalla sua gestione caratteristica, un ammontare di cassa sufficiente a pagare i debiti contratti.
Il DSCR è di derivazione bancaria, viene infatti definito come “indice di bancabilità”, in quanto utilizzato dalle banche per valutare la capacità di un’impresa di restituire il debito contratto.