Startup e accesso ai fondi. Le spese e l’agevolazione del bando Smart & Start

Startup e accesso ai fondi. Eccoci al terzo appuntamento con lo speciale Startup e accesso ai Fondi. Come preannuciato, con l’approfondimento di oggi, il socio e partner Pierpaolo Vannucci ,  affrontando il tema del bando Smart e Start, dopo aver trattato nel primo articolo  delle startup ideali per il bando ,  e nel secondo dell’iter di valutazione, oggi proseguendo sul tema Smart & Start entra nel merito dell’agevolazione e delle spese agevolabili.

Guarda il Videocaffè

Startup e accesso ai fondi. Le agevolazioni del bando smart & start

Iniziamo parlando dei limiti di spesa dei piani d’impresa che devono essere compresi tra un minimo di 100.000 euro e un massimo di 1,5 milioni di euro. Soprattutto il concetto di importo minimo non va assoloutamente sottovalutato poichè in prima battuta si riferisce alle spese presentate nel piano, ma in via definitiva si riferisce esclusivamente alle spese riconosiute come ammissibili non solo in relazione all’elenco delle spese “potenzialmente” tali (come da elenco di seguito riportato) ma anche in relazione alla loro pertinenza, coerenza e conguità. Elementi valutati nel corso dell’iter istruttorio. Quindi un piano d’impresa presentato per spese superiori al limite minimo e che a seguito dell’istruttoria dovesse risultare con spese ammissibili inferiori ai 100.000 euro sarebbe non ammissibile ai fini dei requisiti su riportati. 

Passiamo quindi a vedere quali sono le categorie si spesa che possono rientrare nell’agevolazione iniziando dalle voci del piano degli investimenti:

le immobilizzazioni materiali quali impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche, ovvero tecnico-scientifiche che siano tutti nuovi di fabbrica,  purché coerenti e funzionali all’attività d’impresa;

le immobilizzazioni immateriali necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata, quali brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa.

Analizzando le spese gestionali che possono rientrare nell’agevolazione elenchiamo

i servizi funzionali alla realizzazione del piano d’impresa, direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa. Ad esempio, progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche, servizi forniti da incubatori e acceleratori d’impresa e quelli relativi al marketing ed al web-marketing, costi connessi alle collaborazioni instaurate con organismi di ricerca ai fini della realizzazione del piano d’impresa;

personale dipendente e collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requisiti indicati all’articolo 25, comma 2, lettera h), numero 2), del Decreto Legge n. 179 del 2012, nella misura in cui sono impiegati funzionalmente nella realizzazione del piano d’impresa.

– Nei limiti del 20% di tali spese è altresì, ammissibile a contribuzione un importo a copertura delle esigenze di capitale circolante connesse al sostenimento di spese per :

– materie prime;
– servizi necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa, compresi quelli di hosting e di housing;
– godimento di beni di terzi.

Startup e accesso ai fondi. Fuzionalità pertinenza e coerenza delle spese nel bando smart & start

Nel riportare le spese abbiamo opportunamente sottolineato alcuni termini: funzionalmente; correlati; funzionali; necessarie. Perchè sono così importanti?

I principi di pertinenza, coerenza e congruità ai quali  l’intero business plan (o piano d’impresa) deve ispirarsi, sono talmente importanti che  possono condizionare l’intero impianto della richiesta.

Chi ha già avuto a che fare con altri bandi e agevolazioni pubbliche (in particolare quelli che prevedono agevolazioni per investimenti e per il personale) si sarà già imbattuto in una sezione di sviluppo del piano d’impresa: “la descrizione del processo produttivo”.

E’ il caso di sottolineare che questa, tra tutte le sezioni del piano d’impresa (o business plan), è una delle sezioni più importanti perché è in base a essa, ed alla sua corretta elaborazione, che il valutatore deciderà quali beni richiesti a investimento, quale personale, quali spese di funzionamento siano più o meno finanziabili.

E, quali sono questi  principi?

La pertinenza e la congruità oltre alla coerenza complessiva

È quindi necessario risultare molto analitici e puntuali, nel descrivere (e all’origine, conoscere alla perfezione) ogni fase del processo di produzione/erogazione e vendita includendo anche le attività “strutturali” a monte e a valle del processo.

Solo in questo modo, e dimostrando l’assoluta necessità di beni, persone e costi collegati al nostro processo, il valutatore sarà portato a ritenere pertinente il costo e quindi a valutarlo ammissibile.

In tema di congruità (altro principio essenziale) occorre  motivare la scelta  in termini di allinenamento  della fornitura ai valori di mercato (congruità, appunto).

Il tema della coerenza è invece strettamente collegato al posizionamento e al modello di business.

Ad esempio, un investimento o una risorsa sono finanziabili nella misura in cui sono essenziali (soprattutto nella scelta qualitativa e nel relativo costo) in termini di coerenza, con il modello di business e con le scelte di posizionamento e di contesto.

Quindi cosa ci occorre per sviluppare questa fase?

– Descrivere in maniera analitica il processo di produzione e vendita includendo le fasi a molte e a valle per comprendere quali costi di gestione siano attribuibili.

– Definire “il chi fa cosa” in quella specifica fase e le strutture (soprattutto beni di investimento) necessarie allo sviluppo.

– Definire nel tempo, quante risorse sono necessarie a sviluppare quella fase (mansioni e numero addetti per mansione) e attribuirbe un costo corretto (analitico o per valore standard).

Startup e accesso ai fondi. Intensità delle agevolazioni nel bando smart & start

In via generale, l’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato a tasso zero, per un importo pari all’80% del totale delle spese ammissibili, quota che può essere innalzata al 90% delle spese ammissibili, se la startup è interamente composta da giovani di età non superiore a 35 anni e/o donne o se tra i soci è presente un esperto con un titolo di dottore di ricerca (o equivalente) che rientra dall’estero.

Inoltre, per le startup con sede nelle regioni del mezzogiorno è prevista una quota a fondo perduto pari al 30% del finanziamento accordato.

Ad esempio, su un progetto totale pari a 1.500.000 euro, il totale del finanziamento erogato da Invitalia è pari a 1.200.000 euro, valore che si innalza a 1.350.000 euro in caso di startup composta da giovani di età non superiore a 35 anni e/o donne o con un socio con il titolo di dottore di ricerca.

Nel caso di startup con sede nel mezzogiorno, su un progetto totale di 1.500.000 euro si avrebbe il seguente calcolo dell’agevolazione:

  • Agevolazione totale: 1.200.000 euro (80% di 1.500.000 euro), di cui:
    • Quota finanziamento per investimenti: 1.000.000 euro
    • Quota Capitale circolante: 200.000 euro (20% di 1.000.000 euro);
    • Quota a fondo perduto: 300.000 euro (30% di 1.000.000 euro).

Il finanziamento agevolato ha una durata massima di 10 anni, non è assistito da nessuna forma di garanzia e deve essere rimborsato dopo 12 mesi a partire dall’erogazione dell’ultima quota di agevolazione.

Startup e accesso ai fondi. Agevolazioni maggiorate per “delocalizzazioni” nel bando smart & start

Per il bando Smart & Start così come per tutti i bandi che prevedono agevolazioni per investimenti, personale e costi di funzionamento vale sempre il principio della “sede ove l’investimento avrà luogo”.

Cosa significa e quali sono le implicazioni?

Una importante riguarda appunto la possibilità per una Startup non inizialmente localizzata (sede legale e/o operativa) in un territorio agevolato  (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017) di attivare una sede operativa (o unità locale) in uno delle Regioni i località  “agevolate”avendo così diritto alla prevista quota a fondo perduto.

Questa scelta però implicherà che l’intero piano degli investimenti e il business plan dovrà riferirsi, in via di massima coerenza, alla scelta localizzativa anche in termini di collaborazione con centri ricerca, università, collaboratori, contesto e ovviamente, la sede.

Quindi tutte le spese, gli investimenti ed il personale devono essere riferibili esclusivamente a quella sede o unità locale e non all’intera società, organizzando, ai fini della successiva rendicontazione, un sistema contabile separato e identificabile.

————————————————————————————————————————————–

Per oggi terminiamo qui. Nel prossimo approfondimento dello speciale, restando nel tema dell’agevolazione smart & start, tratteremo dell’erogazione del contributo e della rendicontazione

Non lasciare che le tue domande rimangano senza risposta. Prenotando una call, avrai l’opportunità di discutere direttamente con noi e trovare insieme le soluzioni più adatte alle tue esigenze. Che si tratti di approfondire gli argomenti trattati o di esplorare nuove opportunità, siamo qui per aiutarti. La conoscenza è potere, ma la conversazione è la chiave!

Ti è piaciuto questo articolo?

Condividilo sui social

Vuoi ricevere le nostre analisi via mail tutte le settimane?

Compila il form e iscriviti al caffè del mercoledì

Perché una premoney certificata vale di più? Perchè è un report analitico e accurato redatto sulla base di metodologie avanzate da un consulente esterno e con requisiti professionali riconosciuti per Legge

Work For Equity? Non ti affidare a chiunque. Scegli chi ha già realizzato decine di piani e centinaia di contratti a "prova di Agenzia delle Entrate"

Indispensabile! Il business plan che richiede l'Agenzia delle Entrate per riconoscere le detrazioni

Costituisci una startup innovativa o trasforma la tua azienda in PMI innovativa ​​

New! Nuovo e-book aggiornato sulle detrazioni per investimenti

Top! ABC Startup. I Webinar dell'edizione 2024

Articoli correlati

Presentarsi agli investitori in maniera efficace. Il webinar.

Progettare e realizzare un round di raccolta capitali è una attività che ha necessità di supporti tecnici ed efficaci che siano congegnati anche in relazione ad una complessiva strategia societaria e finanziaria. Un round ha quindi necessità dei supporti tecnici e documentali idonei a rappresentare al meglio, agli investitori, tutti i vantaggi immediati e futuri della partecipazione nella startup. Questi supporti hanno un nome: l’investor kit
L’Investor Kit è un insieme di documenti progettati per fornire a potenziali investitori tutte le informazioni necessarie per valutare un’opportunità di investimento. Si tratta di un supporto fondamentale che permette di raccontare la visione, evidenziare il potenziale di crescita dell’azienda e fornire dati concreti sulla sostenibilità economica e finanziaria del progetto. L’Investor Kit è quindi l’insieme di documenti progettati per fornire a potenziali investitori tutte le informazioni necessarie per valutare un’opportunità di investimento. Si tratta di un supporto fondamentale che permette ai fondatori di raccontare la propria visione, evidenziare il potenziale di crescita della startup e fornire dati concreti sulla sostenibilità economica e finanziaria del progetto oltre che fornire le informazioni e le condizioni per concretizzare i “deal” ed acquisire una partecipazione nella società.
Di cosa si parla in questo webinar
1. Presentarsi agli investitori in maniera efficace
2. Cos’è l’Investor Kit
3. I contenuti dell’Investor Kit: dal business plan alla LOI
4. Perché l’investo kit è fondamentale per raccogliere capitali in maniera corretta

Presentarsi agli investitori in maniera efficace. Analisi dei metodi DCF nella valutazione premoney

Terminiamo oggi il nostro percorso dentro la Valutazione premoney analizzando gli ultimi due (di tr) metodi finanziari: i metodi DCF, ordinario econ crescita di lungo termine. Il DCF con LTG (Long Term Growth) assume che i flussi di cassa futuri cresceranno ad un tasso costante basato su quelli dell’industria e settore di appartenenza computando anche il Valore Terminale. Tra i due metodi DCF con LTG è il meno importante e viene utilizzato più come valore di controllo che come effettivo metodo di valutazione. Il DCF con metodo di crescita a lungo termine è uno dei modelli più diffusi per valutare le società quotate. Questo metodo presuppone che la società sopravvivrà e crescerà stabilmente e a tasso costante. Sono metodo molto tecnici e molto complessi dove l’importanza delle singole variabili della formula devono essere attentamente manovrati dal valutatore soprattutto; il fattore di rischio (beta); il tasso di sconto dei flussi di cassa futuri (WACC); il tasso di sopravvivenza (Sr o St)

Iscriviti al caffè del mercoledì

Compila il form e iscriviti al caffè del mercoledì

  • This field is hidden when viewing the form

Prenota il video meeting

  • This field is hidden when viewing the form