Finanziare Startup e Pmi innovative. Come preannunciato, con questo caffè del mercoledì avviamo il sesto speciale del 2024 che dedichiamo ad un argomento in parte già analizzato in un nostro e-book dedicato, ma che, in questo caso è oggetto di un focus dedicato agli strumenti di “finanza innovativa” e, in particolare: gli SFP, i PIR ed il SAFE. Uno speciale che ha l’obiettivo di scendere nel dettaglio dei tre strumenti per illustrarne le modalità di utilizzo e le enormi potenzialità. Con questo primo articolo di apertura, Pier Paolo Vannucci (socio e partner di Creazioneimpresa) ci introduce al tema partendo da un quadro d’insieme che prioritariamente introduce al tema della strategia finanziaria.
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Finanziare Startup e Pmi innovative. Una necessaria premessa
Introduciamo questo speciale con una premessa fondamentale: trattiamo l’argomento “finanziare startup” (e la PMI) da un’angolatura diversa dal solito o meglio diversa dalla prospettiva e aspettativa che trovare i fondi e la liquidità per finanziare il percorso di crescita e sviluppo, di una startup (in particolare), sia una cosa facile. Insomma, vogliamo rompere il paradigma (errato) che basta avere “un bel pitch” per avere la coda di investitori pronti a metterci un “chip”. Questo accade solo nelle comunicazioni (non esattamente corrette) nelle quali spesso (molto spesso) ci imbattiamo. Il processo di finanziamento di una startup o PMI (innovative) è qualcosa di molto più serio e compenetrato nella capacità, a monte, “di creazione di valore” cui collegare un’attenta, coerente e congrua strategia finanziaria. Ecco, con questo speciale vogliamo appunto fornire strumenti pratici per affrontare seriamente il tema del processo di finanziamento della startup e della PMI, approfondendo, in particolare, alcuni strumenti di “finanza non ordinaria” sui quali spesso non c’è adeguata chiarezza o informazione. In conclusione e nella generalità dei casi quello che notiamo dalla nostra lunga esperienza e relativa osservazione dell’ecosistema, non è tanto la mancanza di “soldi”, o di persone pronte ad investire, a creare il gap tra “domanda e offerta” ma una preoccupante mancanza di adeguate strategie finanziarie, ovvero di una visione complessiva, dell’orizzonte, degli obiettivi, e quindi degli strumenti più adatti e adottabili a seconda delle finalità e in un orizzonte temporale ben preciso e delimitato.
Finanziare Startup e Pmi innovative. Il quadro d’insieme
La strategia di ricerca fonti finanziarie da impegnare per l’avvio e lo sviluppo di una startup o PMI innovativa è una attività necessaria e vitale quanto la strategia di sviluppo dello stesso business. Uno dei passi più importanti per le startup e per le PMI è infatti quello di garantire un’adeguata fonte di finanziamento e la liquidità necessaria per favorire la crescita e la scalata dell’impesa e del business.
I finanziamenti possono arrivare dal soggetto proprietario (socio/soci) che, oltre alla liquidità, può apportare beni in natura, come per esempio macchinari o automezzi: c.d. finanziamenti di capitale proprio; oppure da soggetti terzi, in debito,( come banche e società finanziarie, attraverso i finanziamenti), o in equity da investitori di vario grado e livello. Infine, possono anche provenire dagli utili generati dallo svolgimento dell’attività d’impresa che non vengono distribuiti, ma vengono reinvestiti in azienda: c.d. auto-finanziamento.
Il fabbisogno finanziario, è una costante importante dell’intera strategia finanziaria a sostegno dello sviluppo, per questo occorre sempre considerare varie modalità di attivazione delle fonti, a partire dal capitale proprio dei soci. Molto spesso capita (soprattutto con le startup in fase “idea” o “early stage”) di imbatterci in business plan redatti in maniera approssimativa e privi di logiche di assunzione coerenti e pertinenti (ad esempio quelle della generazione dei ricavi) e ancor più grave, privi di una strategia finanziaria coerente, congrua e sostenibile.
Il concetto di sostenibilità di ogni business e quindi di qualsiasi attività imprenditoriale, passa naturalmente ed obbligatoriamente, dalla capacità dell’attività di generare flussi finanziari in grado di:
- Sostenere l’intero flusso del modello di business.
- Remunerare il lavoro degli imprenditori.
- Remunerare il capitale investito.
Per questo è assolutamente necessario e indispensabile tener conto, in una adeguata strategia del fabbisogno finanziario, del tempo effettivo e realistico necessario al raggiungimento del break even finanziario (o punto di pareggio) sul quale, è bene, sottolinearlo, impattano anche le politiche di incasso e soprattutto la necessità di autofinanziamento.
Per avere un business sostenibile e una pianificazione corretta, lo sviluppo del cash flow deve avere una proiezione almeno triennale, con dettaglio mensilizzato e riportando il saldo mensile di cassa (o meglio di conto corrente) che deriva dal bilanciamento di entrate e uscite. Uno schema di cashflow “serio”, per risultare idoneo a prendere le opportune decisioni e programmare una corretta strategia finanziaria, deve riportare tutte le manifestazioni finanziare (entrate e uscite) relative alle assunzioni di natura economica e patrimoniale, precedentemente sviluppate in un business plan credibile.
Nell’ambito dell’attuazione di una opportuna strategia finanziaria le cosiddette attività di fundraising, ovvero la ricerca di capitali esterni alla società, sono ovviamente fondamentali per sostenere la crescita e lo sviluppo del business di startup e PMI innovative, che notoriamente, “bruciano” molta cassa per scalare il business. Nell’ambito dei capitali esterni poi occorre considerare la combinazione (e non il trade off) tra capitale di debito (prioritariamente mutui bancari) e capitale in equity. E’ proprio su questi aspetti che concertiamo questo speciale, parlando proprio di quegli strumenti (citati in premessa) sui quali riteniamo opportuno qualche chiarimento aggiuntivo, risultando “ibridi” molto interessanti e soprattutto molto “elastici” nella loro configurazione.
Parliamo (e parleremo) in particolare di, SFP, PIR, Convertible Note e SAFE. Dietro a queste sigle criptiche si nascondono strumenti finanziari innovativi, che, se usati sapientemente, e se innestati in una complessiva strategia finanziaria, (anche, a sostegno di ulteriori strumenti innovativi come i piani di incentivazione) possono rappresentare il booster necessario per permettere al business di un’impresa innovativa di decollare. In questo articolo introduttivo, descriviamo, sinteticamente tali strumenti, per poi svilupparli, singolarmente nei successivi approfondimenti.
Finanziare Startup e Pmi innovative. Gli strumenti di finanza straordinaria
Entrando quindi nel corpo di questo primo approfondimento trattiamo tre strumenti che se conosciuti a fondo e utilizzati in una sapiente strategia finanziaria, possono agevolare le attività di fundraising complessivo: parliamo di Strumenti Finanziari Partecipativi; di Piani Individuali di Risparmio; di Safe e Convertible Note.
Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP)
Gli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP) sono un istituto ibrido, tra equity e debito, utilizzato principalmente per finanziare le startup e PMI senza effetti di diluizione immediata. Se utilizzati (e soprattutto “creati”) in maniera corretta costituiscono uno strumento molto flessibile per la raccolta alternativa di risorse finanziarie. Il principale elemento che deve caratterizzare l’SFP è (appunto) la partecipatività, il che significa che al sottoscrittore devono essere attribuiti alcuni diritti tipici dello status di socio, siano essi diritti patrimoniali (come dividendi o utili) oppure amministrativi (come diritti di voto).
Una delle configurazioni più interessanti degli SFP è quella che lo avvicina allo strumento obbligazionario con facoltà di conversione in equity: in questo caso all’investitore può essere attribuito il diritto ad un rendimento annuo oltre al diritto a convertire il proprio credito in capitale sociale ad una certa data e ad una certa valutazione (premoney).
Piani Individuali di Risparmio (PIR)
Un PIR (Piano Individuale di Risparmio) è un prodotto di investimento introdotto in Italia con la Legge di Bilancio 2017. È stato creato per aumentare la propensione al risparmio delle famiglie e, allo stesso tempo, agevolare il finanziamento delle piccole e medie imprese italiane.
Questo tipo di operazioni, infatti, permette all’investitore di beneficiare sia della detrazione del 30% o del 50% se l’investimento riguarda startup o PMI innovative, sia dell’esenzione dal pagamento dell’imposta sostitutiva sul capital gain, se viene rispettato il vincolo temporale di detenzione degli strumenti (5 anni).
I PIR, ed in particolare i PIR Alternativi che contengono al loro interno quote di società come le startup o le PMI innovative, consentono di ottenere dei rendimenti potenzialmente molto interessanti, elevati proprio dalle agevolazioni fiscali che abbiamo visto, sono previste dalla Legge.
SAFE (Simple Agreement for Future Equity)
Il SAFE è un contratto di investimento, ideato negli Stati Uniti nel 2013 da YCombinator, uno dei più noti acceleratori e investitori al mondo, che consente a un soggetto (il “Safe holder”) di investire in una società in fase iniziale senza ottenere immediatamente quote o azioni della società. La caratteristica principale del SAFE è che il finanziamento viene convertito in quote o in azioni in un momento successivo, al verificarsi di un evento specifico (cd. evento di liquidità) che introduce nuova liquidità nella società, come un nuovo finanziamento, un aumento di capitale o la vendita di quote di maggioranza.
Convertible Note
I Convertible Note, come i SAFE, sono strumenti per raccogliere fondi a breve termine che prevedono la conversione in quote di capitale in futuro al verificarsi di eventi predefiniti. I Convertible Note prevedono però la remunerazione del capitale investito con interessi, in aggiunta all’opzione di conversione in capitale al verificarsi del successivo round di finanziamento e sono quindi più simili a una forma di debito a breve termine. Il Convertible note è un ibrido fra le obbligazioni convertibili in azioni (o quote) e il mutuo tradizionale: è strutturato come un prestito, ma in una fase successiva può essere convertito in equity, cioè in partecipazioni della società.
Gli eventi che consentono all’investitore di convertire il prestito in capitale della società possono essere diversi e sono determinati contrattualmente. Si tratta in genere (ed anche i questo caso) di eventi c.d. di liquidità: ad esempio un round di finanziamento successivo; la cessione della quota di maggioranza; il raggiungimento di una determinata milestone.
Finanziare Startup e Pmi innovative. Conclusioni
Gli strumenti finanziari come gli SFP, i PIR, i Convertible Note e i contratti SAFE offrono alle startup e alle PMI innovative diverse opzioni per raccogliere capitali in modo efficiente e flessibile. Ogni strumento ha peculiarità e vantaggi specifici e la scelta del più appropriato dipende dalle esigenze dell’azienda e dei suoi investitori. Con i successivi articoli approfondiremo questi strumenti al fine di dare spunti alle imprese per adottare una strategia finanziaria ben pianificata che possa supportare significativamente la crescita ed il successo delle imprese innovative
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Per oggi e con questo speciale ci fermiamo qui.
Nel prossimo speciale cominceremo ad approfondire nel dettaglio i singoli strumenti citati in questo primo articolo.