Start up Culturali la nuova forma di impresa che è stata introdotta con una proposta di legge presentata dalla VII Commissione Cultura della Camera, finalizzata alla promozione dell’imprenditoria giovanile under 35 nel settore culturale. Il testo in discussione prevede sia di estendere il regime fiscale previsto per le start up innovative a quelle culturali sia di creare nuovi canali di raccolta di risorse per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
La definizione di Start up Culturale
Secondo la proposta di Legge si possono definire start up culturali, quelle start up che mirano alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale attraverso lo sviluppo, la produzione o la distribuzione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. In particolare ci si riferisce a opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, teatro, cinematografia.
Gli incentivi
Viene posto l’accento inoltre agli strumenti finanziari e agli inventivi fiscali per le start up culturali under 35. Infatti le start up composte all’80% da persone fisiche che non abbiano compiuto il trentacinquesimo anno di età all’atto della costituzione della società stessa, sono esenti da imposta di registro, diritti erariali e tasse di concessione governativa. La proposta è simile a quella prevista per le start up innovative a vocazione turistica costituite nella forma della società a responsabilità limitata semplificata, per le quali, però, è previsto il limite massimo del quarantesimo anno di età. Viene inoltre suggerito dal testo della proposta di Legge (per i primi due anni) la concessione di un credito d’imposta agevolato pari al65% dei costi sostenuti dalle start up culturali che abbiano investito in acquisto di software e tecnologie innovative, comunicazione web e relativa consulenza. Il credito sarà innalzato al 75% se la startup avrà sede in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e Basilicata.
Un portale dedicato alla raccolta di Capitali
Ulteriore proposta invece è quella procedere alla realizzazione di un portale per la raccolta di capitali per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali. Una piattaforma online di equity crowdfunding esclusivo al settore culturale, che faciliti la raccolta del capitale di rischio delle start up e le donazioni da parte di enti pubblici che gestiscono beni culturali. Dalla proposta di legge si evince in ultimo che il Mibact metterebbe a disposizione delle start up culturali uno o più locali – individuati all’interno di ogni soprintendenza (riorganizzate dal Mibact, ai sensi dell’art. 1, comma 327, della L. n. 208/2015, con D.M. 23 gennaio 2016) –, da utilizzare gratuitamente per le start up culturali, secondo modalità indicate con apposito regolamento.
Non ci resta che aspettare l’iter di approvazione della Legge ed accogliere la nuova forma di start up innovativa