C’era una volta una battuta che recitava : “macché startup, aprite una pizzeria” (qualcuno ricorderà il noto intervento di Flavio Briatore alla Università Bocconi di circa due anni fa in cui invitava gli studenti a non farsi infinocchiare dalle startup, ma aprire appunto una pizzeria).
Chiariamo un punto fondamentale. Fare Start Up non significa esclusivamente avere un idea Hi tech, digitale o una innovazione assoluta che “sconvolgerà il mondo”, e progettare un business per scalare finanziariamente o progettare una exit milionaria, e soprattutto, non significa essere un nerd (ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo) poco più che adolescente e magari un tritatasti.
Concettualmente il concetto di Start up (applicabile tra l’altro anche alle imprese esistenti che vogliono rifocalizzare tutto o parte del proprio business) é strettamente collegato al concetto di innovazione ed innovatività.
Spieghiamoci meglio. L’innovazione non é solo quella tecnologica o quella legata ad un brevetto o invenzione, ma é la giusta risposta ad una problem/solution irrisolta o poco soddisfatta. Quindi il concetto di innovazione é assolutamente legato al concetto di focalizzazione sulla differenziazione, ovvero ricercare miglioramenti (piccoli ma essenziali e spesso sostanziali) anche di attività tradizionali, come la pizzeria appunto.
E’ quindi possibile fare startup pensando ad una pizzeria innovativa, ma anche ad una cosiddetta attività di ristorazione mobile o un lavaggio per cani. Tutte attività altamente tradizionali e tutte potenzialmente (ed effettivamente) pensando al continuo mutamento di usi, costumi, tendenze, preferenze e abitudini dei potenziali clienti. Non stiamo parlando a caso e per questo forniamo un esempio reale senza riportare però il nome del brand specifico.
Michele (nome sostituito al reale) è un ingegnere ma ha deciso di rinnovare il modo in cui si prepara, si consuma e di acquista la pizza. Il primo passo lo ha fatto aprendo un piccolo ristorante in una piccolissima via di Milano, una di quelle vie non esattamente di passaggio o “passeggio”, o della “movida”.
Nella pizzeria di Michele succedono cose uniche: si utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili e tutti i macchinari sono elettrici al fine di produrre zero Co2. Si usano farine integrali di tipo 1 e biologiche macinate a pietra e lievitate per 48 ore, si utilizzano solo prodotti italiani, freschi e Dop per tutti le varianti di pizza. Si consegnano le pizze usando esclusivamente scooter elettrici e non oltre una distanza percorribile in 10 minuti al massimo, altrimenti la pizza si raffredda benché venga consegnata usando una confezione speciale e brevettata che grazie all’interno di alluminio consente di mantenere la fragranza al meglio e non si rischia che la mozzarella si attacchi al coperchio.
E per ogni pizza ordinata Michele destina una parte del ricavato per piantare un albero.
Ora pensateci bene (lo faccia anche il simpatico Briatore) questa “é o non é una start up altamente innovativa?”
Ciò significa che é possibile innovare sempre e comunque e si potrebbe azzardare una affermazione del tipo “é molto più probabile e profittevole innovare e fare startup in settori tradizionali”, a un solo patto: che si posseggano le benedette competenze e conoscenze del business tradizionale unite ad una buona dose di creatività e incoscienza.