La formula 3F per iniziare la nostra avventura di imprenditori

Al netto del possibilità spesso “illusoria” di poter iniziare e sostenere l’attività con una agevolazione pubblica, parliamo nel concreto di come è possibile finanziare inizialmente la nostra nuova attività imprenditoriale.
Un’adeguata dotazione di capitale iniziale è il corredo necessario per i primi passi di una startup.
Prima di Business Angels e del Venture Capital, round di equity crowdfunding, vale sempre la regola principale: mettersi le mani in tasca o metterle nelle mani di chi si fida o potrebbe fidarsi di noi. Stiamo appunto parlando di bootstrapping e 3F

La Formula 3F: FAMILY, FRIENDS, FOOLS

Non è una forma così banale o inconsueta. Così è stato ad esempio anche per Whatsapp,(e così è per molte startup italiane) nata dall’intraprendenza di due ex-dipendenti di Yahoo!,  partiti  grazie alla FORMULA F e solo successivamente (due anni dopo) finanziati da Sequoia, famosa società di VC.

Dicevamo che non si tratta di una forma così banale o “dilettantistica” Tutto il contrario, potrebbe dirsi che si tratta di un vero e proprio “lean test” finanziario inziale, al punto che molti investitori (soprattutto quelli professionali e istituzionali) lo usano come test preliminare per valutare una startup. Il fatto che almeno le persone vicine ai fondatori abbiano deciso di metterci dentro del denaro come prioritario indice di fiducia

Perché e come attivare la 3F formula

Anche se si tratta di genitori, parenti, amici, colleghi o conoscenti della nostra cerchia personale o professionale, non dobbiamo escludere a priori la cosa più importante: stiamo chiedendo soldi, e lo stiamo facendo per avviare un business più o meno novo o innovativo con tutte le incognite del caso.

Da questa doverosa premessa possiamo senz’altro dedurre e affermare che non riceveremo “sconti” o leggerezze. Certo qualcuno afferma che non è necessario un vero e proprio business plan strutturato e non occorrono accordi particolari e strutturati formalmente. La realtà e l’esperienza dimostrano invece sempre l’esatto contrario. Chi investe o presta, vuole avere un quadro abbastanza chiaro e rassicurante di come saranno utilizzati i danari concessi e quel sarà l’aspettativa di recupero o moltiplicazione, quindi il business plan e gli altri strumenti di formalizzazione contrattuale servono e come.

Come proporre l’affare

Proporre un investimento sul proprio progetto d’impresa a soggetti della propria cerchia fiduciaria non è meno o più difficoltoso che farlo a soggetti estranei. Certo possono mancare o non essere richiesti alcuni aspetti formali (che in ogni caso si consiglia di formulare) ma tutti gli altri aspetti non devono mancare, anzi si potrebbe dire che sono addirittura amplificati. Vediamo quali

ESSERE APPASSIONATI, MA REALISTI
La passione è il motore dell’imprenditore e questa è necessario trasmetterla. Quello che non deve mai esserci (in ogni fase e fin dalle origini dell’idea) è l’innamoramento, che come sappiamo rende cechi o fortemente miopi.  Chi ascolta deve percepire l’impegno e la convinzione del neo-imprenditore, ma deve essere avvertito del fatto che la possibilità del fallimento esiste ed è statisticamente frequente.
PRESENTARE L’INVESTIMENTO SU “FINANZE IN SURPLUS” E/O COME INVESTIMENTO RISCHIOSO ALTERNATIVO
L’investimento va presentato per quello che è, ovvero ad rischio medio alto, così come il potenziale di realizzo e guadagno. E’ quindi utile presentarlo a chi è portato per questi investimenti e chi ha finanze surplus che sta pensando di investire. Non presentatelo mai come un investimento sicuro al pari di un “libretto di risparmio”
ESSERE E DIMOSTRARSI PROFESSIONALI IN OGNI FASE DELLA TRATTATIVA
E’ opportuno comportarsi  come se si fosse di fronte a VC o a Business Angels o investitore in equity  e quindi mettere per iscritto tutte le condizioni, le possibili performance e le strategie. Non è sempre richiesto un vero e proprio business plan, o elevator pitch, ma averli non fa certo male.
IN CASO DI CAPITALE DI PRESTITO COLLEGARE IL RIMBORSO DEL PRESTITO AL CASH FLOW
Meglio prevedere di rimborsare gradualmente man mano che si genera cash flow, anche fissando subito una percentuale, piuttosto che pianificare rigidi schemi di pagamento.

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