Focus. La due diligence finanziaria in breve. Parte II

Focus.  La due diligence finanziaria in breve. Continuiamo la nostro breve (e non esaustivo) percorso della due diligence finanziaria passando oggi all’analisi dello Stato Patrimoniale, ovvero quella parte del bilancio che rappresenta “la storia” passata, attuale e futura dell’impresa, accogliendo, di fatto,  le risultanze dei risultati delle gestioni (conto economico), delle scelte strategiche (ingesso investitori, operazioni straordinarie, ecc.) e delle scelte e dinamiche finanziarie. Gli argomenti e i concetti che seguono seppur trattati in maniera non approfondita, ai neofiti d’impresa potrebbero risultare piuttosto tecnici se non ostici. Occorre però sottolineare che l’obiettivo dei focus è quello di colmare uno dei gap maggiormente diffusi nei neoimpenditori ovvero startupper: la conoscenza (almeno di base) del bilancio e delle sue dinamiche, e nell’insieme, dell’organicità della gestione d’impresa.

L’analisi dello stato patrimoniale

In questo caso l’analisi concerne gli  andamenti storici e previsionali (business plan) dello stato patrimoniale. Si valutano gli impatti dei criteri di valutazione e dei principi contabili applicati sulle poste di bilancio ed inoltre si dettagliano con maggior precisione alcune di esse: immobilizzazioni, attivo circolante, posizione finanziaria netta, patrimonio netto e fondi, rischi ed oneri, solo per indicarne le principali.

Focus. Impairment test e fair value

In questa parte dell’analisi l’obiettivo é scoprire eventuali scostamenti tra valori contabilizzati e valore reale (o meglio realistico) delle voci. In particolare per le voci che rientrano nelle attività dello stato patrimoniale ci si concerta sui criteri di valutazione, sulle politiche di ammortamento e di capitalizzazione anche attraverso l’esecuzione di impairment test ovvero di verifiche, che hanno la finalità di accertare se un’attività abbia subito o meno una riduzione di valore. Tale esame avviene mediante il confronto del valore contabile con il valore recuperabile calcolato come il maggiore tra il fair value (spesso e semplicisticamente corrispondente con il valore di mercato)  e il value in use (semplificando al massimo il concetto è il valore del bene al netto dei costi di vendita o transazione). La logica sottesa è che il valore al quale un’attività è iscritta in bilancio (stato patrimoniale) rappresenta l’ammontare minimo di benefici economici futuri generati dall’attività medesima e che tali benefici possono derivare dall’utilizzo del bene o dalla sua vendita, assumendo (in via del tutto teorica) che un’azienda abbia sempre e in qualunque circostanza la possibilità di scegliere se vendere o utilizzare un bene. Non si riscontra dunque una perdita di valore se il valore contabile è inferiore al valore recuperabile.

L’analisi dello Stato Patrimoniale continua e si conclude con l’attualizzazione dei valori finanziari come crediti, debiti, e titoli. Ma su questo, vista la complessità, rimandiamo ad ulteriori e più tecnici approfondimenti.

Analisi dell’organizzazione e degli investimenti

Nello specifico, si ritiene utile includere nella  due diligence finanziaria anche altri elementi descrittivi ovvero qualitativi,  come la localizzazione dell’impresa, l’utilizzo della capacità produttiva  onde sottolineare un loro eventuale parziale o non corretto utilizzo in tema di efficacia piuttosto che di efficienza.
Di importanza notevole è l’analisi dei CAPEX (CAPital EXpenditure), ovvero i flussi di cassa per investimenti dai quali desumere scelte strategiche e operative ad esempio in tema di modalità di funding con relativi costi e implicazioni. (ingresso nuovi soci; prestito soci; aumento di capitale; finanziamenti m/l termine; ecc.)

Il ruolo del Capitale Circolante Netto

Di particolar rilevanza assume il Capitale Circolante Netto (CCN) e sue variazioni, le quali spesso sono frutto di scelte manageriali, stagionalità, caratteristiche dei fornitori o sistemi di produzione (su commessa, su previsione, continua, a lotti etc…)
Data la sua stretta interconnessione funzionale con le poste  dell’EBITDA (dalle cui componenti è “alimentato”), risulta necessario esplicarne l’andamento in un lasso temporale mensile/trimestrale, al fine solito di evidenziare necessità particolari di liquidità nel corso dell’anno.

(La due diligence finanziaria in breve prosegue e si conclude tra due settimane con l’analisi del Rendiconto finanziario)

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