Focus. La due diligence finanziaria in breve. Parte III

La due diligence finanziaria in breve. Terminiamo il nostro breve (e non esaustivo) percorso della due diligence finanziaria terminando con il rendiconto finanziario.

Nei precedenti focus sulla due diligence finanziaria abbiamo parlato dell’‘analisi dello Stato Patrimoniale,  e della normalizzazione dell’EBITDA.  

La posizione finanziaria netta

Nell’analisi della Posizione Finanziaria Netta (PFN) si riportano alcune delle voci “epurate” nell’analisi di normalizzazione del Capitale Circolante Netto, ovvero poste squisitamente di natura finanziaria, come crediti e debiti infragruppo, fatture da emettere, scritture relative a scadenze dei fornitori oppure concernenti operazioni di factoring e cartolarizzazioni, e debiti per investimenti-capex.

L’analisi della PFN segue in linea di principio l’andamento del capitale circolante, ma in caso di eventi importanti come la distribuzione di un dividendo, può subire un temporaneo discostamento da esso.

La PFN rende chiara la composizione delle fonti d’impresa, ovvero la percentuale di capitale proprio ed in maniera complementare quello di terzi, sottolineando in che misura l’azienda dipenda da entità esterne come istituti di credito nel finanziamento d’impresa.

Può anche definire in che maniera è possibile sfruttare l’effetto  leva finanziaria per gli investimenti, rispettando i parametri del tasso di sviluppo sostenibile.

Lo strumento. Il rendiconto finanziario

Concentrandosi poi sul terzo elemento, il documento principale è il rendiconto finanziario.

L’analisi dei  flussi di cassa è importante al fine di percepire la capacità da parte dell’impresa target di generare reddito e la sua sostenibilità al futuro, nonché capire le  dinamiche strategiche aziendali e le stagionalità della liquidità nelle attività operative.

Il modello di riferimento del cash flow based

Oggetto del rendiconto finanziario  sono le disponibilità liquide e mezzi equivalenti, ovvero la cassa, i depositi a vista e le disponibilità liquide equivalenti, che coincidono con gli investimenti finanziari a breve termine e ad alta liquidità (solitamente con scadenza inferiore ai 3 mesi dalla data in cui sono sorti).

Il rendiconto finanziario deve presentare i flussi di cassa classificandoli tra attività operativa, di investimento e finanziaria.

Attività Operativa: rappresenta la principale attività generatrice di ricavi dell’impresa e le altre attività di gestione che non sono di investimento o finanziarie. L’ammontare dei flussi finanziari derivanti dall’attività operativa è un indicatore chiave della misura in cui l’attività dell’impresa ha generato flussi finanziari sufficienti a rimborsare prestiti, a mantenere la capacità operativa dell’impresa, a pagare i dividendi e a effettuare nuovi investimenti finanziari senza ricorrere a fonti di finanziamento esterne all’impresa.

Attività di investimento: comprende l’acquisto e la cessione di attività immobilizzate e gli altri investimenti finanziari non rientranti nelle disponibilità liquide equivalenti. L’informazione distinta relativa ai flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento è importante perché tali flussi finanziari rappresentano la misura in cui i costi sono stati sostenuti per acquisire risorse destinate a produrre futuri proventi e flussi finanziari.

Attività finanziaria: rappresenta l’attività che comporta la modificazione della dimensione e della composizione del capitale netto e dei finanziamenti ottenuti dall’impresa. L’indicazione distinta dei flussi finanziari derivanti dall’attività finanziaria è importante perché essa è utile nella previsione di richieste sui futuri flussi finanziari da parte di chi fornisce i capitali all’impresa.

 

 


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