Business Plan e Business Model. Una possibile convivenza “pacifica”

Burn your business plan
Sul tema la  cultura di business la Silicon Valley è assolutamente rigida e radicale. Già da qualche anno circola infatti un’affermazione piuttosto forte e decisamente spiazzante: “Burn your business plan”, brucia il tuo piano di business. Su cosa si basa questo approccio così “spiazzante”?
Secondo l’approccio “Silicon Valley”i business plan non risulterebbero adatti ad avviare una startup perché si basano su sole assunzioni fiduciarie: assunzioni sui clienti (e relativa segmentazione); assunzioni sul proprio prodotto (e sulla value proposition fondante), assunzioni sui competitor e così via. Pertanto in quanto assunzioni, per quanto basate  su dati quanto più sicuri possibili. mancano del requisito più importante: la validazione del mercato. Quindi l’affermazione discendente diviene naturale: ciò che non è validato non è realistico. Ciò che non si basa su assunzioni realistiche non può generare un business valido

 Un approccio rigido basato su assunzioni rigide
Molti di voi (noi inclusi) a questo punto staranno storcendo naso. Perché più volte abbiamo sostenuto (e non siamo i soli) l’importanza e la necessità di un business plan. Un progetto strutturato in diretta derivazione e conseguenza del business model  a cui attenersi nella realizzazione delle proprie attività d’impresa.

Per questo, continuiamo a sostenere con forza tale tesi perché la nostra e vostra interpretazione del business plan, come più volte ripetuto in diversi ambiti, contesti e sedi, è quella di un documento circolare, elastico, adattabile, in una parola vivo e quindi “non rigido”.

La visione tutta da “Silicon Valley” del business plan è quella di un documento di pianificazione “rigido” dove è necessario attenersi ai  tempi e costi di realizzazione, alle modalità di immissione sul mercato, alle attività di marketing e, naturalmente, ai ricavi e costi previsti seguendo passo, passo, ogni capitolo e ogni paragrafo.  Un documento da mettere  in pratica seguendo tutte le regole e i principi che si sono dimostrati efficaci in casi analoghi, senza alcuna possibilità di spostarsi o discostarsi.

Il giusto approccio di convivenza
Il giusto approccio non è ovviamente quello appena mostrato ma quello che (e questo lo condividiamo) trattandosi di un modello di previsione (e non predizione!) è basato su ipotesi, certo supportato da dati e informazioni, ma anche da una visione ed un modello di business.  Proprio perché è basato su ipotesi, non e dico non, va inteso come un documento rigido ma come una guida per effettuare test, raccogliere indicazioni, effettuare revisioni continue, esattamente come ogni progetto che vada testato,  e guidato da uno staff dotato di intelligenza, visione e intuizione utili a variare la rotta ogni volta che necessiti, aggiornando il documento guida: il business plan appunto.

Altre considerazioni
Un altro interessante motivo per cui non bisogna “bruciare i nostri business plan” sta nella natura stessa del documento e dei vari stakeholder cui si rivolge. Quindi non solo un documento di pianificazione (assolutamente elastico) ma anche un documento di presentazione del nuovo business, completo di proiezioni previsionali. Un documento in grado di catturare finanziatori e investitori!

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