Startup. Ecco le possibili agevolazioni nel decreto in fase di approvazione.

Nel nostro  articolo del 21 aprile, riprendevamo l’appello di  VC HUB  in favore delle Startup per sensibilizzare il Governo ad adottare misure di sostegno in favore delle startup che rischiano di restare travolte dai risvolti della crisi COVID-19. Gli ultimi aggiornamenti (decreto in bozza) farebbero pensare ad un parziale ma importante accoglimento dell’appello. Vediamo in dettaglio quali potrebbero essere le misure in discussione che rientrerebbero nel prossimo decreto di Maggio.

Finalmente, è il caso di dirlo, anche il Governo italiano, dopo gli interventi previsti in Gran Bretagna e Francia  si sta muovendo in questa direzione. Le iniziative (probabili) del Governo Conte, a favore delle startup innovative sono già riportate in un Decreto in bozza che, occorre sottolinearlo, anche dopo l’approvazione potrebbe (nella logica del “salvo intese”) essere modificato. Le misure sono (potrebbero essere) 7:

  1. un fondo straordinario da 200 milioni di euro per offrire alle startup innovative un finanziamento agevolato a 10 anni: se un imprenditore privato investirà in una di esse, lo Stato attraverso il Fondo Nazionale per l’Innovazione (Fni) aggiungerà un importo fino al massimo di 4 volte l’importo investito dal privato; alla scadenza, il prestito potrà essere rimborsato, oppure trasformarsi in azioni della società, a scelta dell’azienda finanziata;
  2. una speciale riserva per le startup all’interno del Fondo Centrale di Garanzia, che fornisce le garanzie pubbliche per i prestiti previsti dal Decreto Liquidità. a) Le aperture di credito a revoca non possono essere revocate o cancellate, in tutto o in parte, sia per la parte utilizzata che per quella accordata, per 12 mesi ; b) i prestiti non rateali con scadenza entro il 30 settembre 2020 sono prorogati, unitamente ai rispettivi elementi accessori, per un massimo di 12 mesi c) il pagamento delle rate, sia in linea capitale che interessi, dei mutui e degli altri finanziamenti (inclusi i canoni di leasing) a rimborso rateale è sospeso per un massimo di 12 mesi  e le rate oggetto di sospensione sono dilazionate alla fine del piano di ammortamento in corso, salvo diverso accordo tra le parti. Il creditore, per il medesimo termine massimo di 12 mesi, non potrà attivare alcun diverso rimedio contrattuale che gli consenta di richiedere anticipatamente il pagamento di tutto o parte dell’importo dovuto.
  3. un bonus per accedere a servizi specialistici di incubatori, acceleratori, business angel ecc.
    20 milioni di euro per la concessione alle start up innovative di agevolazioni nella forma del contributi a fondo perduto finalizzate all’acquisizione di servizi prestati da parte di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative.
  4. il rifinanziamento e l’ampliamento del programma Smart&Start gestito da Invitalia, che dal 2015 ha finanziato con 279 milioni di euro 595 startup innovative (di cui 233 al Centrosud); si parla di una dote aggiuntiva di 100 milioni di euro. In particolare, la conversione del prestito Smart & Start Italia a talune condizioni di capitalizzazione delle imprese potrà costituire un valido incentivo idoneo a favorire l’ingresso di privati nel capitale sociale. Il nuovo strumento agevolativo potrà consentire, dunque, la conversione del debito in uno strumento partecipativo, accompagnato dall’ingresso nel capitale sociale di un investitore e/o aumento del capitale stesso, la cui restituzione sarà legata al rendimento aziendale. Grazie a questa operazione potrà essere sostenuta la patrimonializzazione della startup e si concederà la liquidità necessaria alla startup stessa per poter sviluppare il proprio business.
  5. incentivi fiscali per chi investe nelle startup, in modo da portare più risparmio privato ad entrare nel capitale delle società (fino al 50%). A decorrere dall’entrata in vigore del decreto, in alternativa a quanto previsto dall’articolo precedente, all’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si detrae un importo pari al 50 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start-up innovative direttamente ovvero per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in start-up innovative. b) Sono ammissibili le sole start-up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese al momento dell’investimento. c) Tali agevolazioni sono concesse ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione europea del 18 dicembre 2013 sugli Aiuti «de minimis». d) L’investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di euro 100.000 e deve essere mantenuto per almeno tre anni; l’eventuale cessione, anche parziale, dell’investimento prima del decorso di tale termine, comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo per il contribuente di restituire l’importo detratto, unitamente agli interessi legali».
  6. Fondo di sostegno al Venture Capital. sono assegnate risorse aggiuntive pari a 150 milioni di euro finalizzate a sostenere investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi nonché ulteriori processi di investimento mediante l’erogazione di finanziamenti agevolati, la sottoscrizione di obbligazioni convertibili, o altri strumenti finanziari di debito che prevedano la possibilità del rimborso dell’apporto effettuato, a beneficio esclusivo delle start-up innovative.
  7. Estensione periodo di permanenza nella sezione speciale. Il termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese delle start-up innovative è prorogato di 12 mesi. Eventuali termini previsti a pena di decadenza dall’accesso a incentivi pubblici e o per la revoca dei medesimi sono prorogati di 12 mesi.

In totale, il pacchetto di misure per le startup innovative varrà 500 milioni di euro rientrerà nel decreto maggio, ancora, di fatto, in corso di discussione, in seno alla maggioranza. Tra domenica e martedì  è già circolata una bozza informale che riportava le misure elencate, ma alcuni esponenti della maggioranza hanno già dichiarato che sono necessarie ampie revisioni del documento (di 258 articoli e oltre 400 pagine) affinché diventi un decreto, e si prospetta la possibilità che vi siano ulteriori modifiche nell’iter di conversione e attuazione.

Gli indizi concreti per un pacchetto di misure “idoneo” a sostenere le startup, ci sarebbero tutti. Ora, attendiamo i fatti, ovvero il decreto attuativo con tempi e modalità di attuazione. Sappiamo bene che tra intenzioni, dichiarazioni e fatti concreti spesso non vi è coincidenza fattiva, ne è prova la paventata misura di agevolazione del 40% (detrazione e deduzione su investimenti in startup) mai effettivamente inviata al vaglio di approvazione della Commissione Europea.

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