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Scalabilità e replicabilità. Le prerogative di una startup

Scalabilità e replicabilità sono termini e concetti che si associano sempre ad una startup. Due, concetti di estrema importanza in termini di valutazione del potenziale  al punto da divenire la linea di confine tra un “normale” progetto d’impresa ed una startup in senso proprio.

Per definizione la  startup è nuova impresa che presenta una forte dose di innovazione e che è configurata per crescere in modo rapido secondo un business model scalabile e ripetibile.

Nello specifico, la startup può essere innovativa sia per quanto riguarda il modello di business in sé che per il livello di innovazione dei suoi prodotti o servizi. Con l’aggettivo “scalabile” si intende un business che può aumentare le sue dimensioni – e quindi i suoi clienti e il suo volume d’affari – in modo anche esponenziale senza un impiego di risorse proporzionali. La startup, per essere tale, deve essere quindi in grado di sfruttare le economie di scala.

Per business model “replicabile” si intende un modello che può essere ripetuto in diversi luoghi e in diversi periodi senza essere rivoluzionato e solo apportando piccole modifiche.

Le economie di scala ed il vantaggio competitivo

Il termine  scalabilità che sembra nato e coniato “in ambito startup” non è affatto così nuovo e non è di appannaggio esclusivo delle startup.  In effetti quando si parla di scalabilità si sta parlando effettivamente di un concetto economico ben più ampio che è quello delle “economie di scala” il più delle volte legate ad una precisa strategia competitiva di leadership di costo.

Le economie di scala, sono da un lato correlate ai rendimenti di scala, e quindi generate da fattori tecnici, statistici e organizzativi, e dall’altro derivano da fattori connessi con il controllo del mercato, come le cosiddette economie monetarie (che al momento tralasciamo).

La sensibilità alla scala, cioè l’ampiezza delle economie di scala, varia molto tra settori e attività. Così ad esempio, sono caratterizzate da forti economie di scala tutte le attività che basano il processo di produzione ed erogazione sulle tecnologie.

Per sfruttare le economie di scala al fine dell’ottenimento di un  vantaggio competitivo basato sul  costo occorre in via preliminare:

a) identificare e comprendere come  agiscono i fattori di scala  sulle singole attività dell’impresa;

b) adottare la misura della scala che meglio individua questi meccanismi (metriche).

Chiariamo meglio il concetto. Economia di scala, e quindi scalabilità e replicabilità del modello di business e/o del progetto, riguardano un processo di industrializzazione (incidenza dei costi unitari decrescente) che permette la produzione in serie (replicabile) di prodotti e servizi, o trasformando la “customizzazione” in “standardizzazione”.

Il modello di business scalabile

Un business scalabile è quindi quel tipo di business che è in grado di espandersi senza dover incontrare particolari limiti intrinseci in alcune risorse. Spiego meglio. Un business scalabile è fondamentalmente quel tipo di business che presenta una struttura di costi (generalmente il gros margin o margine industriale) che tende a stabilizzarsi nel breve periodo presentando costi fissi (soprattutto diretti o semidiretti)  a volte anche abbastanza alti, ma stabili nel medio e  lungo periodo, e costi variabili che spesso variano pochissimo e in alcuni casi  sono del tutto insignificanti. Questo significa appunto scalabilità dei costi o meglio economie di scala di produzione che permettono di avere un ritorno dell’investimento (ROI)  oltre il 50%/100%/200%/300% ecc, in rapporto all’ammontare di capitale investito  nelle risorse impiegate appunto per produrre redditività: economiche, umane, strutturali, ecc.

Esempio pratico. Scalabile e replicabile

Semplificando il più possibile i concetti poniamo che il mio business sia fondato esclusivamente sul mio lavoro e che sia una attività digitale, ovvero attraverso il web vendo prodotti terzi investendo in campagne pubblicitarie su social. Se dovessi considerare la struttura dei costi (e considerando che il lavoro posso svolgerlo da casa) la mia struttura dei costi si fonda su un costo fisso fondamentale, ovvero il mio stipendio reale, minimo, obiettivo, figurato;  su un basso capitale investito (mi basta un portatile e poca altra tecnologia), e sul costo variabile unico definibile nell’investimento in budget ADS.

Poniamo che investendo 2 euro ne riesca a portare a casa 4 di guadagno (ROI) e che successivamente investendo 2,5 il mio ROI passi a 6 e così via, in una progressione geometrica, “replicando” e migliorando il processo per ottenere risultati sempre migliori.

Ecco in breve il concetto di scalabilità e replicabilità.

Ho creato una struttura di  costi fissi e capitale investito pressoché invariabile nel medio periodo, e in grado di supportare una grande capacità produttiva (in termini di risorse produttive disponibili e impiegabili).

E’ evidente che  nel caso citato la principale risorsa produttiva impiegata è il mio tempo, in base al quale posso calcolare la massima capacità produttiva allocabile (impiegabile) e quindi un rendimento massimo potenziale su risorse assegnate attuali.

Esempio pratico. Non scalabile, non replicabile, non startup

Poniamo, che abbia una agenzia di web marketing o comunque di consulenza dove il business è totalmente Btb e dove il modello è tutto basato sulla consulenza customizzata.

Di fatto  ogni attività che svolgo è una commessa sempre diversa dall’altra: per il settore del cliente, per le attività richieste, per la necessità di vendere “kow how” più che servizi.

In questo caso (indipendente dalla natura e portata dei costi fissi e variabili) mi trovo davanti ad un processo scarsamente industrializzabile e quindi non scalabile e non replicabile a meno che non crei un portale per la generazione di loghi low cost!

Non solo costi. Non solo digital

Un business scalabile non lo si può definire tale solo sulla base della struttura dei costi o perché è digital. Un business scalabile è anche e soprattutto:

  • tipicamente replicabile;
  • è rappresentato da una tecnologia flessibile e dinamica che consente la gestione di un aumento del carico di lavoro o l’aggiunta di nuove funzionalità in maniera del tutto “easy”;
  • ha una tecnologia di rilievo alle spalle capace di succhiare dati rendendo l’analisi di questi ultimi facile e proficua per l’imprenditore. I dati stessi diventano “la metratura” della crescita dell’impresa;
  • è basato su un processo industrializzabile anche in termini di erogazione del servizio.

Restiamo sull’ultima affermazione in termini di scalabilità e replicabilità.

Vi pongo una domanda. Secondo voi un ristorante è scalabile? E’ replicabile?

Saremmo portati a dire di no. Perché ogni volta l’aumento di capacità produttiva comporterebbe una struttura di costi non scalabile (nuove aperture).

Eppure non è proprio così. Infatti uno degli esempi lamanti di “business tradizionali” scalabili è il Mc Donald, ma se vogliamo pensare più in generale, la formula del franchising è per sua natura un modello di business scalabile.

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