Le “Food sustainability Startup” sono uno degli ambiti dove c’è ancora molto margine di sviluppo e di miglioramento, L’agroalimentare è uno dei settori a più elevato impatto sociale e ambientale, che gioca un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile dell’intero pianeta. La lotta allo spreco di cibo è una delle sfide di sostenibilità più sentite nel settore. Di fronte a queste sfide il settore vive oggi un vero e proprio fermento innovativo grazie a startup che propongono nuovi modelli di business “sostenibili”, basati su nuove tecnologie e forme di collaborazione, in grado di trasformare lo spreco alimentare in un valore condiviso attraverso soluzioni circolari.
La situazione del Food Sustainability Startup
Sono oltre 400 le startup italiane e internazionali dell’agri-food nate dal 2011 a oggi, che perseguono obiettivi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, circa il 20% delle startup mondiali censite come attive nell’agroalimentare. Hanno modelli di business che propongono soprattutto soluzioni innovative per un uso più efficiente delle risorse, l’introduzione della “filiera corta” o l’utilizzo di materiali naturali nella produzione. L’Italia è uno dei paesi con maggior densità di startup agri-food sostenibili, preceduta solo da Israele e Spagna, ma presenta un mercato ancora in lenta evoluzione: con una media di 300 mila dollari di finanziamento (la media globale è di 2,4 milioni di dollari per startup) le nuove imprese fanno ancora fatica a raggiungere stabilità economica e scalabilità del business. Intanto, si distinguono casi di successo di imprese del settore che hanno esplorato soluzioni circolari per ridurre lo spreco di cibo, rendendo più efficienti i processi e rafforzando la responsabilità sociale d’impresa, ma si fa ancora fatica a passare da azioni “isolate” ad una prospettiva di filiera che attivi collaborazioni dal grande potenziale, tra imprese, startup e anche soggetti di altri settori (no profit, imprese sociali, settore pubblico).
Le startup per il Food Sustainability
I principali ambiti di sostenibilità su cui si stanno concentrando le startup agri-food “sostenibili” riguardano aspetti sia sociali che ambientali. Gli obiettivi più perseguiti infatti sono quelli di combattere l’insicurezza alimentare, passare a sistemi di produzione e consumo responsabili, investire in infrastrutture più efficienti e promuovere processi industriali più sostenibili e inclusivi. In particolare, le innovazioni sono finalizzate a promuovere l’agricoltura sostenibile (incrementando i redditi dei produttori su piccola scala e fornendo loro accesso alle risorse produttive, aumentando la produttività e la capacità di resilienza dei raccolti ai cambiamenti climatici), ridurre le eccedenze e gli sprechi alimentari lungo la filiera e ottimizzare l’utilizzo delle risorse, e adottare tecnologie “pulite” e processi industriali rispettosi dell’ambiente.
Nel mondo, il Paese con la maggiore diffusione di startup orientate alla sostenibilità è Israele (28 startup agri-food, di cui il 64% sostenibili), che si distingue per modelli di business basati su innovazioni tecnologico-ambientali, seguito da Spagna (29 startup, di cui il 38% sostenibili) e Italia (38 startup agri-food, di cui il 37% sostenibili), con startup più attente a coniugare dimensione ambientale e sociale.
Lungo la filiera, le startup agri-food sostenibili sono principalmente fornitori di servizi e di tecnologia. Nella maggioranza dei casi (47%) infatti si configurano come Service Provider, ad esempio fornitori di software e app per il retail o di servizi di consulenza su tematiche di sostenibilità. Oppure sono Technology Supplier (16%), come produttori di tecnologie per l’agricoltura di precisione, o si occupano di Food Processing (13%) per cibo locale, salutare o a minor impatto ambientale.
I modelli di business per il Food Sustainability
Le startup agri-food che perseguono obiettivi di sostenibilità, oltre a generare innovazione di prodotti e processi, portano avanti modelli di business in grado di creare valore economico con impatti positivi sull’ambiente e la società. Il modello più perseguito è lo sviluppo di soluzioni innovative per massimizzare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, seguito dai cambiamenti strutturali della supply chain per modelli di filiera corta e dall’utilizzo di processi e materiali naturali e/o rinnovabili per la produzione. Altre soluzioni sostenibili riguardano la tutela a monte della filiera e la riduzione dello spreco alimentare.